Attenzione! Possibile presenza di spoiler.

Premetto che non ho Netflix perché la connessione che c’è a casa mia è paragonabile a una passeggiata di lumache stanche, quindi spesso non sono molto aggiornata sull’uscita di nuove serie tv, però cerco sempre di andare a cercare le ultime uscite per vedere se mi stuzzicano. Sono disoccupata, non è un segreto, e a volte mi avanza un sacco di tempo libero. Quando lo scrivere, leggere fare torte e pianificare il futuro non basta più c’è necessità di qualcosa da far diventare parte integrante della giornata. Un appuntamento fisso, mettiamola così. Allora ho dato uno sguardo in giro e, cercando cercando, mi sono imbattuta sulle recensioni di “tredici”. Alcune ne parlavano bene, altri male, così come per tutte le cose. La trama mi ispirava quindi ho detto perché no, fiondiamoci in questa serie con tutte le scarpe.
Non so se la conoscete, parla di una ragazza che si è suicidata e che ha lasciato incisi su 13 cassette audio I motivi del suo gesto. Devo confessarvi che all’inizio, nelle prime puntate, credevo che fosse una roba un po’ stupidina… Che la protagonista fosse un po’ debole di nervi e che avesse reagito in modo non appropriato a quel che le era accaduto. Andando avanti, invece, sono entrata nell’intreccio della storia e devo dire che la cosa si è fatta molto più che interessante. Sì perché, al di là della linea che segue e dei personaggi che si trovano in mezzo, in questa serie c’è tanta tanta verità, una verità che spesso si fa fatica ad accettare. Siamo stati tutti ragazzi, no? E, chi più chi meno, abbiamo vissuto tutti i problemi relativi all’età adolescenziale. Ma c’è modo e modo di affrontarli, c’è modo e modo di risolverli e ci sono problemi e problemi. Una delle cose che ho apprezzato di più di questa prima stagione è stato il fatto che a tutte le persone coinvolte, viene messo davanti il conto. Perché alla fine della fiera le cose vengono fuori, si vengono a sapere anche quando si è fatto di tutto per tenerle segrete o per far credere che siano poco importanti, talmente poco importanti da poter essere messe in secondo piano. Ma non è sempre così semplice, non sempre si può accantonare tutto e voltare pagina, ed è bene che degli errori commessi se ne paghi il prezzo. Qui c’è una ragazza presa di mira, bullizzata, non capita. Una ragazza fragile, magari più fragile di altre, che non sopportava più il peso di quel che le era stato fatto e che ha deciso di risolvere nel peggiore dei modi. Ci sono due genitori disperati e bisognosi di sapere la verità che l’hanno trovata morta nella vasca perché si era tagliata le vene, c’è un corpo scolastico che avrebbe potuto aiutare la vittima ad uscirne ma che ha minimizzato e non ha colto i segnali, ci sono i responsabili di quell’inutile morte a cui finalmente viene presentato il conto. Ed è così che dovrebbe essere, non credete? Troppo spesso si sente dire “lascia fare, son ragazzi” anche di fronte a casi gravi, e questo per me non è accettabile. Io per prima non ho avuto un’adolescenza facile a volte, certo non da arrivare a pensare di suicidarmi, però già ai miei tempi (e non si parla di tantissimi anni fa) ti sentivi ridicolizzata, annientata, sminuita, etichettata anche solo se avevi qualche chilo di troppo o se su di te giravano voci che magari non erano neanche reali. Al giorno d’oggi le cose sono cambiate, e sono cambiate in peggio. Quindi questa serie io non la vedo tanto lontano dalla realtà, e questo mi fa paura.
Scusate per il dilungamento, spero di non avervi annoiati…
Resto in attesa della seconda stagione, e non vedo l’ora che esca ☺️
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Le serie tv hanno questo di buono, in particolare, il riuscire a sviluppare bene una storia per gradi, potendo magari contare anche su degli ottimi attori, sceneggiatori e registi, dal momento che sempre più spesso si vedono star e prime firme del cinema che decidono di dedicarsi a un progetto seriale sul piccolo schermo.
Non conosco la serie di cui scrivi, e anch’io non ho Netflix, ma ne seguo (e ne recupero) diverse tramite i canali dedicati di Sky. Al momento mi sono lasciato prendere da Genius, la storia di Albert Einstein, che in età matura è interpretato da Geoffrey Rush, mentre alcune puntate (se non tutte, devo controllare) sono dirette da Ron Howard.
E trovo la narrazione affascinante, perché mostra le fragilità quotidiane di un genio che, se da un lato ha rivoluzionato non solo la fisica ma la concezione stessa dell’universo, dall’altra era umanamente un uomo inaffidabile, debole, egocentrico, pessimo nei rapporti interpersonali di ogni tipo, da quelli familiari alla vita amorosa e coniugale. Affascinante, proprio perché così vicino alle esperienze di vita di chiunque. Come scrivi tu, è un realismo che può inquietare e fare paura. Ma credo che, al di là dell’intrattenimento, sia un tipo di inquietudine positiva, perché stimola a una maggiore comprensione di sé e del prossimo, della natura umana per quella che è, senza false e inutili reticenze che non giovano a nessuno.
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Sicuramente sono serie che fanno riflettere… Solo che adesso non si sa quanto c’è da aspettare per il seguito 😭
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Ti capisco. Io conto i giorni che mi separano dall’ottava stagione di The Walking Dead, e già sto in fissa per la season finale di Games of Thrones che forse non vedremo prima del 2019!
Giusto per citare due mega-serie che fanno riflettere sulle bassezze della natura umana, zombi e draghi a parte 🙂
(…ma sempre viva i draghi, beninteso.)
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13 è una bella serie… mi è piaciuta la prima stagione anche se faceva molto GG in versione drammatica… ma ha l’onore di dare voce al problema del suicidio anche se in maniera un po’ irrealistica. L’unica cosa che mi turba è la seconda stagione. La storia è finita, le trame sono state chiuse… la seconda stagione che senso ha? Rischiano di rovinare quello che in fondo si può definire una bella serie.
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È vero, ci ho pensato anch’io… Però quando è finita la prima ho sentito proprio la smania di voler sapere se quel coglione pagherà o meno per quello che ha fatto… Quindi credo che guarderò anche l’altra, speriamo non facciano l’errore di esagerare 😁
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