Spino il gatto

Avete mai conosciuto un gatto che ti salta addosso a comando?

Era un giorno come un altro nella mia vita da, se non ricordo male, bambina novenne circa. C’era il sole ed io ero fuori a giocare nel piazzale. Ad un certo punto il continuo abbaiare dei cani, che insistevano più del normale, attirò la mia attenzione.

Erano tutti e due al cancello grande (a quel tempo avevo due pastori tedeschi) e stavano sbraitando contro un gatto.

Un gattino a dire la verità, era piuttosto piccolino e scaruffato e se ne stava seduto di fronte al cancello, quasi sulla strada, incurante del caos che i cani stavano scatenando. Non era per nulla preoccupato o timoroso, aveva una faccia buffa e dei baffi lughissimi, oltre che il pelo di un bellissimo color grigio cenere.

Mi ricordo di aver chiamato subito mamma perchè il piccino aveva anche una fasciatura sbilenca ad una delle zampine anteriori, lei si meravigliò quanto me della compostezza di quel gatto, lo prese in braccio e lo portò dentro casa.

Era buonissimo…si fece guardare, spulciare, accarezzare e toccare la zampa fasciata senza dire pio, in balìa di una completa fiducia verso l’essere umano.

Da dove era sbucato?

La benda che gli teneva la zampa era lercia e mezza strappata, ma sotto non c’era nessuna ferita, così mamma pensò che forse era il caso di un giretto dal veterinario per un controllo.

Era pieno di pulci, ma dopo una bella rimessa in sesto è tornato a casa con noi.

La sua indole così pacifica ci fece pensare che potesse essere di qualcuno, sembrava così abituato al contatto umano…magari si era soltanto perso!

Provammo a chiedere in giro ma nessuno lo reclamò, così entrò a far parte della famiglia. Ero felice come una pasqua!

Mamma diceva che forse qualcuno che non voleva occuparsene lo aveva lasciato davanti a casa nostra perchè sapeva che noi amiamo gli animali, ma in qualunque modo fosse andata lui era un dono e non meritava di essere lasciato da solo al freddo e senza nessuno che lo amasse.

Al momento di scegliere come chiamarlo non ci fu bisogno di pensare più di tanto: quando lo abbiamo trovato (anzi, quando lui ha trovato noi) era talmente scaruffato che sembrava un porcospino, da lì ecco il nome: SPINO!

Sapevamo che quel cuoricino era speciale, ma ce ne rendemmo conto sempre di più dal momento in cui iniziò ad abbracciarci.

Dico sul serio! Se mi chinavo lui mi metteva le zampe al collo e si aggrappava a me come un koala, anche se mi alzavo in piedi lui rimaneva lì ancorato e non mi mollava se non ero io a sganciargli le unghie dalla stoffa dei vestiti.

La prima volta che mi saltò addosso credo di aver avuto un infarto, ma a Spino piaceva talmente tanto essere coccolato che se battevo il palmo della mano sul mio petto in sua presenza, lui saltava e mi si fiondava addosso, sicuro che l’avrei afferrato e tenuto in braccio come si fa coi neonati.

Giuro, Spino era il gatto più dolce che abbia mai conosciuto. Ne sono passati tanti di micetti in questa casa e Oliver è il mio piccolo principe, ma Spino era qualcosa di troppo particolare, era oltre ad un semplice animale, quando ti abbracciava in quel modo ti curava l’anima.

Purtroppo è morto molto tempo fa e non ho foto di lui perchè ancora non era l’epoca dei cellulari, però ne conservo un ricordo meraviglioso. Negli ultimi anni si era fatto vecchiarello e non riuciva più a saltare, ma fin da ultimo è stato un gatto amabile.

Ogni tanto penso ancora a quel giorno e ho impressa nella testa l’immagine di lui seduto composto che mi guarda come per dire “ciao, cerco un luogo dove vivere e qualcuno che mi voglia bene. Posso?”

Era capitato nel posto giusto, è morto di vecchiaia dopo una vita piena di salti e d’amore ❤️ 

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