La prima parte di questo racconto di viaggio in “qualcuno ha detto…Colombia?”
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Giorni 6/7/8/9:
Con un’oretta e mezza di lancia dal molo la Bodeguita di Cartagena si arriva all’arcipelago del Rosario.
Isla Grande è un buon punto di appoggio per visitare le altre isole dell’arcipelago (circa una trentina) che formano il Parco Nazionale Naturale Corales del Rosario e San Bernardo, alcune più grandi e alcune più piccole ma tutte circondate da un’acqua meravigliosa.
Il mare è un po’ mosso soprattutto nella parte più battuta dal vento ma risulta lo stesso azzurro perché la sabbia è chiara e il mix di colori è bellissimo. Purtroppo ci sono molte alghe sul fondale e nei giorni in cui la marea si alza e si abbassa prepotentemente si ritrovano anche sulla spiaggia o a riva.
Sull’isola grande ci sono 8 hotel però pochi hanno la spiaggia, gli altri solo piattaforme con la scaletta per arrivare in acqua. Il nostro aveva ben due piccole e magnifiche spiaggette con tanto di altalena sull’oceano, siamo stati fortunati!
Non c’è acqua calda e non ci sono mezzi di trasporto, né auto né autobus, si gira a piedi percorrendo i sentieri all’interno dell’isola o in barca via mare.
Qui ho avuto la fortuna, un giorno, di alzare lo sguardo verso il cielo e di vedere un piccolo Colibrì che svolazzava sopra la mia testa! Le sue ali si muovevano ad una super velocità e solo quando si è posato sul ramo basso di un albero ho potuto ammirarne i colori: colori blu, azzurro e rosso, un vero spettacolo della natura!
Al mattino ci servivano sempre un’insalata di frutta mista tropicale con mela, banana, papaya, melone, cocomero, a volte un po’ di cereali o avena e un bicchiere di succo di Lulu (un frutto tipico di quelle zone che assomiglia ad una nespola), buonissimo!
Oltre ad alcune belle spiagge e ad agli stabilimenti balneari più “in” come il Bora Bora beach, Isla Grande è conosciuta per la laguna encantada, dove il plancton e alcuni tipi di alghe si illuminano di notte dando vita ad una colorazione dell’acqua molto particolare.
Come dicevo, con delle escursioni organizzate è possibile visitare anche le altre isolette ma non tutte, perchè le più sono private e ci si può soltanto passare a fianco. Tra quelle che abbiamo visto durante l’escursione c’erano:
Isola degli uccelli (pellicani e fregate), così chiamata perchè fin dai tempi passati, quando ancora non ci era stato costruito niente, questi uccelli si sono stabiliti lì e tutt’oggi considerano quella come la loro casa. Ce ne sono davvero tantissimi! Si posizionano sugli alberi oppure stanno in volo, creando uno straodinario effetto ottico!
Isola pirata dove per anni si sono rifugiati i pirati dei caraibi.
Cholon, con il suo animo godereccio, è una piccola isola che viene presa d’assalto dalle barche dei festaioli soprattutto dal lato del chiringuito che offre cocktail che si possono sorseggiare direttamente a mollo nell’acqua.
Isola di Bocachica, uno spettacolo mozzafiato e dove fu costruita la prima fortificazione della città.
Attenzione! Su qualsiasi spiaggia attraccherà la vostra barca verrete agganciati dai pescatori che, al ritorno dal mare, vi offriranno aragosta e granchi reali ancora vivi, dicendovi che c’è la possibilità di cucinarli lì per lì e di mangiarli senza neanche dovervi spostare dal vostro lettino in riva o dalla vostra sedia. A me facevano un po’ pena, ma per chi vuole provare questa esperienza consiglio di trattare sul prezzo, anche se in effetti 30 dollari per un’intera aragosta a chilometro -metro!- zero mi sembrano accettabili 🙂






Giorni 10/11/12/13/14:
A una mezz’oretta di motoscafo da Isla Grande si può arrivare anche all’isola di Barù, che viene chiamata Barù Island ma in realtà è una penisola collegata a Cartagena da un pontile.
Consiglio: partite presto se non volete fracicarvi (come si dice a Roma 😆) sulla barca perché al mattino il mare è più calmo, ma verso le 12 si alza il vento e quindi il mare si agita e si va incontro a delle onde piuttosto alte.
A Barù la vegetazione è molto rigogliosa, le mangrovie costituiscono gran parte della flora dell’isola e rendono tutto molto selvaggio, ma al contempo purtroppo sporcano il mare cristallino con le loro foglie che cadono.
La sabbia sembra farina…è morbida sotto i piedi, ma brucia tantissimo 😵
Playa Blanca è sicuramente la spiaggia più frequentata di Barù. È una lunga lingua di sabbia bianca (come dice il nome) strapiena di chiringuito, ristoranti e ombrelloni dove si può mangiare, bere, comprare massaggi dalle ragazze, comprare braccialetti o vestiti dai rivenditori autorizzati, andare sulla banana oppure concedersi qualche ora sotto ad un sole cocente ma non propriamente in totale relax perché c’è musica e confusione a causa della gente…tanta gente!
Arrivano con le barche al mattino e affollano l’unica spiaggia libera di tutta la penisola visto che le altre sono private o dei resort e poi tutto o quasi si svuota per l’ora di pranzo, la migliore per andarsene senza rischiare il mare grosso.
Qui il mare è turchese, ci sono dei colori spettacolari nonostante il caos e l’acqua è piuttosto calda 😍
Sicuramente ci sono spiagge più tranquille nelle vicinanze, ma per chi cerca un po’ di vida loca Playa Blanca è adatta!
Per chi vuole immergersi un po’ nella “località”, invece, a poca distanza dai moli c’è il paesino di Barù (il pueblo).
Qui è tutto originale, vero, la gente vive in case di pietra spesso senza finestre e i negozi hanno le inferriate per paura dei furti. I cani e i gatti randagi gironzolano liberi e ci si muove soprattutto in motocicletta a causa delle strade dismesse. Ci sono una chiesa, una scuola, una pescheria, un bar, la centrale di polizia e anche un supermercato. Siamo stati fortunati perché una signora ci ha fatti entrare in casa sua per farci vedere i suoi quadri, lei è molto brava a dipingere e vive di quello, fa anche dei bellissimi ritratti su commissione.
I bimbi ci guardavano sbalorditi, forse per il nostro abbigliamento così “turistico” e ci salutavano con la manina, alcuni ci venivano in contro coi piedini scalzi e ci sorridevano…una gita che mi ha fatta sentire davvero in Colombia.
Grazie al nostro hotel che organizzava delle gite giornaliere abbiamo approfittato per vedere un’altra delle isolette del Rosario: Playa Agua Azul.
Come suggerisce il nome è una striscia di sabbia chiara circondata da una bellissima acqua azzurra.
Al nostro arrivo, erano circa le 9,30 del mattino, non c’era nessuno se non i proprietari dei banchetti di artigianato e non che stavano sistemando la loro merce.
Per mangiare o per comprare delle bibite ci sono dei chiringuito e addirittura delle zone dedicate al barbecue. Si possono noleggiare ombrelloni e lettini e, direttamente da lì, ordinare quello che si desidera consumare.
A quell’ora il mare era calmo, si poteva godere della brezza e del rumore delle piccole onde che si infrangevano a riva…ma, giusto il tempo di pensare “che pace 😍” che ecco la prima barca, poi la seconda, la terza, la quarta! Entro le 11 la piccola spiaggia deserta si è riempita di gitanti giornalieri che attraccano coi loro yacht e con la loro musica a palla, scendono con in mano il rum, il gin, la pina colada e invadono ovunque, rompendo l’idillio che si era creato. Alcuni fanno parte di tour organizzati e rimangono giusto il tempo di fare un bagno nel mare ormai troppo mosso per via del vento e dei troppi motori, altri invece rimangono di più, ma purtroppo passata l’ora di pranzo si alza la marea quindi non si può tardare per il rientro altrimenti rientrare con le piccole imbarcazioni diventa un supplizio.
Alle 15 non c’era più nessuno. Eravamo soli, di nuovo, ma la spiaggia aveva tutto un altro aspetto 😥
“a che ora doveva venirci a prendere Juan David?”
“alle 15”
“e che ore sono?”
“le 15,30”
“dov’è finito???”
Si era dimenticato di noi 😤 mannaggia a Juan David!
Riguardo ai colombiani vorrei spendere una parola (non per Juan David, in generale): sono molto gentili e riservano tutti un occhio al turista, ma le donne mi sembrano tendenzialmente più incazzate degli uomini.






In conclusione, vorrei tornare alla domanda iniziale, quella che ha aperto questo racconto di viaggio, vi ricordate?
“perché la Colombia?”
Perché dopo il suo passato difficile, questo è un paese che merita un’opportunità, merita di essere visto al di là dei pregiudizi e degli stereotipi che l’hanno sempre contrassegnato.
È tutto molto indietro, nei puebli si vive ancora come alle origini e ci sono delle attenzioni che ti chiedi come sia possibile che non vengano prese (ad esempio nel resort a Isla Grande non c’era nemmeno una paratia per il vento) però fa parte del pacchetto.
Certo, ci vogliono delle accortezze, ma questo non significa che si giri per le strade con la paura di essere accerchiati ed aggrediti.
Ovviamente quel che ho visto io è stata, purtroppo, solo una virgola! La Colombia è immensa e per questo tour sono state fatte delle scelte che vertevano parecchio sul “lato mare”, ma sicuramente un giorno tornerò e mi rifarò di tutto quel che mi manca 🫶
Che postaccio! 😀 😀 😀
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Proprio brutto 🙊
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Spero che tu sia ancora là, ma visto che rispondi a ques’ora… o sei sveglia alle 3 di mattina, oppure sei tornata! 😛
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No no, sono tornata già da quasi un mese…a breve spero di ripartire 😁
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