Lei, col sole negli occhi

Ogni tanto torno nel luogo in cui ci siamo conosciuti.

Con la poca forza che mi rimane mi arrampico in cima alla collina con i piedi uno davanti all’altro e le gambe pesanti…una volta in alto, lassù dove un tempo sorgevano filari di viti, mi siedo su quell’eterno masso lisciato dal vento e guardo. Apro i polmoni, respiro profondamente e guardo le interminabili distese di campi dorati profumati di grano e di terra da coltivare.

In mezzo a tutta quella natura incontaminata mi sento di nuovo i miei vent’anni…a quei tempi non esistevano i cellulari, i computer, la tecnologia non era neanche un lontano pensiero.

Avevamo poco più di niente e quel poco lo guadagnavamo col sudore della fronte senza mai lamentarci del freddo, del caldo o delle zanzare che ti succhiavano il poco sangue acido che ti era rimasto.

I vecchi in campagna si spaccavano la schiena fino a quando non erano costretti a fermarsi prima di rompersela, i giovani prendevano via via il loro posto e tutti in paese ci conoscevamo, ci volevamo bene e ci davamo il buongiorno con la voce alle cinque del mattino.

Non si parlava altro che di raccolto, di buono o brutto tempo, e una volta tornati a casa la sera le mogli informavano gli uomini di quante uova avessero fatto le galline quel giorno.

Se un amico o un fratello era lontano si poteva, forse, contare sulle sue lettere per averne notizie e si aspettava impazienti il ritorno per sapere cosa ci fosse nel mondo fuori da quelle quattro mura, via da quelle strade sterrate.

A volte è difficile per me provare a riportare alla mente com’era questo posto prima della grande evoluzione, ma se chiudo gli occhi posso cancellare l’asfalto, le auto, le antenne, i palazzi…posso far diventare muti gli aerei e le televisioni, lasciando solo il canto degli uccelli e il rumore del vento.

Ce l’ho ancora davanti, la sua immagine è una delle poche cose che la memoria non mi porta via, per ora…

Quando la vidi per la prima volta mi accorsi di lei quasi per caso: ero giovane, alto e dal fisico asciutto ma non avevo ancora trovato moglie.

Forse non mi interessava perché trascorrevo tutte le mie giornate a tirar su balle di fieno, o forse nessuna fino a quel momento aveva mai attirato la mia attenzione tanto da volerne approfondire la conoscenza.

Si muoveva lentamente mentre camminava a fianco a suo padre in mezzo ad un campo di spighe, il colore dei suoi capelli era simile al grano e il colore dei suoi occhi sembrava riflettere quello del cielo.

Era minuta, non molto alta e con le mani piccole piccole, tanto che sembravano scomparire quando si aggrappava al suo lungo vestito bianco per non inciampare. Ancora adesso mi sembra di vederla danzare a piedi nudi su questi prati con indosso il suo cappello di paglia, talmente grande da coprirle il volto.

Odiavo quel cappello, non riuscivo a vederle il sole negli occhi quando lo indossava, ma lei continuava a metterlo e io mi limitavo solo a toglierlo per baciarla.

Era bella, la ragazza più bella e dolce che avessi mai visto al mondo aveva scelto me ed io ero pazzo di lei…ma la nostra vita insieme non è stata semplice come si può pensare.

Al giorno d’oggi i ragazzini di quell’età sono liberi, i genitori troppo spesso li perdono di vista e li lasciano fare quello che vogliono senza nessun limite, per noi era tutto diverso.

A quei tempi non potevi uscire la sera e tornare tardi di notte pensando di non esser visto, non potevi trascorrere il tuo tempo con chi volevi, il lavoro veniva sempre prima di tutto, le donne stavano soprattutto in casa e i genitori sceglievano per i figli quale fosse la strada giusta da prendere o la persona giusta da sposare.

La mia era una famiglia povera che aveva avuto la fortuna di avere un figlio bellissimo: una qualche gallinella viziata figlia di un qualche ricco padrone di terre mi aveva notato, una volta, e aveva deciso che dovevo essere suo marito.

Io mi ero sempre opposto e mio padre continuava a darmi dell’ingrato ogni santo giorno, se avessi sposato lei i miei avrebbero avuto pane per i denti per il resto della vita.

Ma io non potevo voltare le spalle ai miei desideri e sposarmi con una persona che conoscevo appena, non potevo pulirmi le mani dalla terra e dimenticarmi di lei, non ci sarei mai riuscito.

Da subito ho visto battere in lei un cuore grande e puro che scoppiava di gioia e di una contagiosa voglia di vivere, di fare follie che non ci erano permesse.

Le loro parole, i loro rimproveri, sono stati solo aria per le nostre orecchie…siamo scappati in una notte fredda e tempestosa, pioveva e il fango stava già inondando gran parte dei sentieri.

Prima di uscire di casa, mentre tutti dormivano, mi guardai un’ultima volta indietro e decisi che se volevo vivere invece di continuare a sopravvivere quella era la cosa migliore da fare.

Anche lei era pronta, mi aspettava nel punto preciso che avevamo concordato con pochi soldi e le poche cose che aveva voluto portar via della sua “vecchia vita” e, camminando sul ciglio della strada per non sporcarci le scarpe, abbiamo preso il primo treno senza sapere neanche verso quale direzione andasse.

Per anni lei è stata tutto ciò che potevo desiderare.

Per fortuna la vita ci è venuta in contro, più volte ha voluto regalarci qualcosa di cui gioire: un buon lavoro, una casa, dei figli e soprattutto l’amore.

Ci amavamo ancora tanto quando è venuta a mancare, ci amavamo come il primo giorno in cui il mio sguardo si è posato sulle sue labbra rosa.

Dopo più di cinquant’anni mi alzavo ancora presto la mattina per prepararle la sua colazione preferita, le compravo i fiori per l’anniversario, la torta alla panna era sempre sul tavolo il giorno del suo compleanno, la portavo al cinema a vedere i film d’amore anche se a me non piacciono e la sera andavo a letto dieci minuti prima e mi mettevo dalla sua parte così che, quando lei arrivava, io mi spostavo sulla parte fredda, ma lei la sua la trovava già calda…

Credimi, bambina mia, non succede spesso di trovare qualcuno che ti faccia perdere la testa tanto da mettere in dubbio tutto ciò in cui hai sempre creduto, ma se dovesse capitarti una fortuna simile non esitare: vai contro tutti e non aver paura di essere diversa da come gli altri ti vorrebbero.

Insegui i sogni e falli tuoi, sempre.

2 risposte a "Lei, col sole negli occhi"

  1. qui voli alto e voli bene.
    Questo è un racconto-racconto per scelte di scrittura (rievocativa, a tratti poetica, ma mai pomposa) e di trama (io narrante maschile, trasposizione in un’altra epoca).
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    ml

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