Riempiamo d’oro le crepe dei nostri vasi

C’è una specie di leggenda che mi capita spesso di leggere qua e là e dice più o meno che in Giappone, quando un vaso si rompe, non viene buttato, anzi! I pezzi vengono rimessi insieme e le crepe riempite d’oro in modo da ricordarsi che quel vaso non sarà mai più come una volta, ma che comunque non è perduto, bensì è diventato più prezioso.

Credo che questo significhi che l’esperienza, anche se dolorosa, può solo giovare, può servire a non ripetere gli stessi errori e può essere d’aiuto per avere sempre bene a mente che una volta “rotti” anche noi non siamo più quelli di prima, ma se siamo capaci di reagire e di “riaggiustarci” esibendo le nostre crepe invece di nasconderle, possiamo diventare delle belle opere d’arte, possiamo vivere più serenamente affrontando in modo positivo le delusioni e le bruttezze che l’esistenza ci riserva.

Vi ricordate di Sara?

Nell’ultimo articolo riguardante lei e la nostra amicizia ormai perduta, quello dove dicevo che era diventata zia e che mi sarebbe tanto piaciuto condividere con lei quel momento, dicevo anche che avevo nel cassetto una lettera pronta da anni: diciotto fogli in A4 stampati che non avevo il coraggio di darle.

Beh…alla fine l’ho fatto! Ad Agosto del 2017, dopo tre anni di separazione, ho contattato il suo ragazzo, Federico, e gli ho consegnato il malloppo.

All’inizio ci sono rimasta male, vi dico la verità, perchè passava il tempo e lei non rispondeva al mio “primo passo”, quindi avevo già perso le speranze.

Ma poi…dieci giorni fa…ecco un messaggio:

“ciao, ti andrebbe di prendere un caffè insieme e fare una chiacchierata?”

Il mio cuore in quel momento ha perso un battito e ci ho messo un po’ prima di realizzare.

Ieri, finalmente, ci siamo viste.

è stato strano…quasi imbarazzante…ma dopo i primi dieci minuti posso giurare che mi è sembrato che tutti questi anni non fossero mai passati.

Persi, annullati, spazzati via da una folata di vento caldo!

Sembrava talmente normale stare una davanti l’altra con di fronte la propria tazza a scambiarci aneddoti di vita che mi è parso di non aver mai smesso di farlo!

Ci siamo chiarite, abbiamo parlato, ed insieme abbiamo rimesso a posto i pezzi del nostro vaso rotto…ed abbiamo riempito d’oro le crepe, per ricordarci di stare attente la prossima volta, di non farlo più cadere.

“Le vere amicizie sono quelle che riprendi esattamente da dove le hai lasciate, che siano passati una settimana o due anni” dice Jojo Moyes, e non potrebbe avere più ragione 🙂


17 risposte a "Riempiamo d’oro le crepe dei nostri vasi"

      1. Io ho molta ammirazione per la cultura orientale. Per esempio ieri ho assistito dal vivo ad una cerimonia del tè e sono rimasta incantata dal dosaggio lento dei gesti e dal silenzio carico di significato. Queste cose in occidente sembrano noiose ma invece io ci ho trovato molta sensualità e molta profondità.

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      2. Bello! Ci credo che ti ha incantata 😍
        È che noi siamo abituati a vivere in maniera molto diversa… Diamo un significato diverso alle cose e una cerimonia come quella per una tazza di tè ci sembra uno spreco di tempo… Ma il mondo è bello perché è vario, e anch’io sono molto affascinata dalla cultura orientale…e dal cibo 😋

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  1. Sono contenta davvero! Io credo che le amicizie più forti non si meritino di finire, non senza aver provato fino all’ultimo a salvarle… e voi avete dimostrato che funziona 🙂

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  2. E proprio il tempo che da valore alle cose, in tutte le culture l’esperienza, una vita vissuta era considerata un valore aggiunto.
    Per chi infondo infondo è ancora un po animista, il tempo riserva emozioni impareggiabili.
    Grazie per aver condiviso un momento così prezioso.

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      1. Ho letto solo ieri che mi hai nominato, e mi sto dando da fare, sono davvero come un vecchio selvatico scoiattolo di foresta , che si trova in imbarazzo se invitato ad una festa..
        Grazie di cuore..

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  3. i giapponesi hanno una capacità di rielaborare unica al mondo, il concetto base della leggenda appartiene alla retorica greca, quella che insegnava agli allievi come trasformare in positiva una situazione negativa e come capitalizzare/ottimizzare una esperienza traumatizzante. Tuttavia anche questa è figlia di un altro concetto, cioè che c’è del buono anche nelle cose peggiori.

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